Morbillo, in Sicilia c’è preoccupazione aspettando il “picco” dell’estate

I numeri non sono da allarme ma vaccinazione è la parola d’obbligo per scongiurare, anche in Sicilia, il rischio di epidemie di morbillo. “Non parlerei di una situazione grave ma di una potenzialmente pericolosa – afferma il dirigente generale del Dipartimento regionale per le Attività sanitarie e Osservatorio epidemiologico Ignazio Tozzo – Bisogna sempre tenere presente che fin quando la quota prevalente della popolazione è vaccinata i virus hanno più difficoltà ad attecchire, quando questi numeri calano basta un contatto sbagliato e si possono scatenare epidemie”. Tozzo sottolinea: “Fare previsioni è impossibile. La gente dimentica che anche di morbillo si muore, esattamente come è successo con la meningite”. Meno vaccini significa anche meno copertura per le persone che non possono vaccinarsi – il cosidetto “effetto gregge” – e più possibilità per il virus di diffondersi. Nel 2016 in Sicilia la media regionale delle vaccinazioni si è abbassata al 81,1%, lontano da quel 95% considerato ottimale. E nei primi tre mesi del 2017 sono già una trentina i casi di morbillo registrati nella provincia di Messina. “Il calo della media regionale delle vaccinazioni contro il morbillo è legato soprattutto al calo delle vaccinazioni nelle Asp di Messina, Catania e Siracusa” spiega il dirigente del Servizio Epidemiologia Mario Palermo. Nel 2016 a Messina la copertura è stata del 69,5% – “dato che si ripete da quattro-cinque anni” sottolinea, a Catania il 76,6% e a Siracusa il 78,8%. Vanno meglio Trapani (83,7%), Caltanissetta (84%), Ragusa (84,9%), Palermo (85,7%) e Agrigento (87,2%). Fiore all’occhiello dell’isola, Enna dove le vaccinazioni anti morbillo hanno raggiunto la percentuale del 90,8.

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